Il dibattito sull’inclusione degli esport nei Giochi Olimpici si è intensificato con l’avvicinarsi della chiusura di Parigi 2024 e l’attesa per il 2025. Il gaming competitivo ha registrato un’esplosione di popolarità, attirando un pubblico globale, leghe strutturate e giocatori considerati veri atleti. Con tali sviluppi, la domanda non è più “se”, ma “quando” gli esport saranno ufficialmente inclusi nei Giochi Olimpici.
A febbraio 2025, gli esport non sono ancora riconosciuti come disciplina ufficiale nei Giochi Olimpici. Tuttavia, il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha compiuto passi significativi per colmare il divario tra sport tradizionali e videogiochi competitivi. La Olympic Esports Week, tenutasi per la prima volta a Singapore nel giugno 2023, ha segnato un punto di svolta mostrando l’interesse crescente del CIO verso le competizioni virtuali.
L’evento ha incluso giochi selezionati in linea con i valori olimpici, come scacchi online, Gran Turismo e versioni virtuali di sport come tiro con l’arco e vela. Sono stati preferiti titoli di simulazione rispetto a giochi più popolari come League of Legends o CS:GO, noti per contenuti considerati troppo violenti per gli standard olimpici.
La creazione dell’Olympic Esports Series come iniziativa ricorrente mostra un approccio strategico per valutare l’esport in un contesto sportivo. Non si tratta ancora di un’inclusione formale, ma di un piano a lungo termine per testare pubblico, ricezione e compatibilità logistica.
Integrare gli esport nelle Olimpiadi presenta numerose sfide. Il problema principale è allineare i valori olimpici fondamentali con il mondo competitivo dei videogiochi. Molti dei titoli più noti includono meccaniche di combattimento considerate contrarie all’etica del CIO.
Inoltre, manca un organismo di governo internazionale unificato per gli esport. A differenza degli sport tradizionali regolati da federazioni con regole comuni, le competizioni esport sono gestite da singoli editori con interessi commerciali. Questo rende complessa l’adozione di linee guida universali su fair play e regolamentazioni.
Vi sono anche aspetti tecnici da considerare. La stabilità della connessione internet, la disponibilità delle piattaforme e altre differenze infrastrutturali possono generare vantaggi ingiusti o complicazioni operative. Il CIO, quindi, adotta un approccio prudente e graduale.
Nonostante le difficoltà, un percorso inizia a delinearsi. Nel 2023, il CIO ha istituito una Commissione dedicata agli Esport, presieduta dal membro David Lappartient. Questo gruppo lavora per trovare modelli di integrazione tra esport e sistema olimpico.
Una delle soluzioni più promettenti è concentrarsi sulle simulazioni sportive come FIFA (calcio), NBA 2K (basket) e Zwift (ciclismo), che replicano sport reali in formato digitale. Questi giochi rappresentano un ponte naturale tra sport tradizionali e digitale.
Il coinvolgimento giovanile è diventato un indicatore chiave. Il CIO ha riconosciuto l’importanza di attrarre le nuove generazioni, e l’esport rappresenta un canale potente. Anche scuole e università hanno avviato programmi di formazione specifici, rafforzandone la legittimità.
L’inclusione degli esport nei giochi sportivi continentali è un altro segnale significativo. Gli Asian Games del 2022 a Hangzhou hanno riconosciuto gli esport come disciplina con medaglie, includendo titoli come Arena of Valor e Dota 2. Il Consiglio Olimpico Asiatico prevede un’espansione per l’edizione del 2026.
Anche i Giochi del Sud-est asiatico e quelli Europei stanno testando l’esport in categorie competitive o dimostrative. Questi eventi fungono da laboratori per la selezione dei titoli, i modelli operativi e il coinvolgimento del pubblico.
In America Latina, tornei pilota sotto l’egida del Circuito Panamericano Esport stanno collaborando con autorità sportive locali, creando basi istituzionali e regolamentari.
A inizio 2025, gli esperti mantengono un cauto ottimismo sull’inclusione olimpica degli esport. È improbabile che diventino disciplina con medaglia per Los Angeles 2028, ma è prevista un’espansione della Olympic Esports Series in parallelo all’evento.
La strategia del CIO punta su piccoli passi. Piuttosto che un’integrazione forzata, si privilegia il rispetto dei valori olimpici e la compatibilità con le nuove culture sportive digitali. In questo senso, gli esport sono già presenti nel panorama olimpico, anche se in forma embrionale.
Parigi 2024 non ha incluso ufficialmente i videogiochi, ma la visibilità ottenuta durante la Olympic Esports Week ha rafforzato lo slancio. Se il trend continua, è possibile prevedere una presenza dimostrativa nel 2028 e una possibile integrazione completa nel 2032 a Brisbane.
Il riconoscimento olimpico rappresenterebbe una svolta per gli atleti professionisti degli esport. Potrebbero accedere a finanziamenti pubblici, centri di allenamento olimpici e programmi di supporto riconosciuti a livello internazionale.
Questo comporterebbe anche una maggiore regolamentazione: controlli antidoping, standard etici e adeguamenti nella progettazione dei giochi per rispondere a criteri sportivi ufficiali.
Per l’intero settore, l’ingresso alle Olimpiadi fungerebbe da catalizzatore di credibilità, favorendo l’accettazione mainstream, nuovi investimenti e percorsi educativi formali. Gli esport non sono ancora sul podio olimpico, ma ci stanno arrivando.